L'inverno cigola come un carrello della spesa a zonzo tra il pesante di noi corpi e le anime incastonate dentro cattedrali e panettoni non torneremo
Luna girava era in cerca di se stessa vestita a buccia d'arancio, passeggiava tra le luci spente di comete Ora si sentiva persa E vide Plutone sospeso
Croce di sangue sullo scudo mano protesa per forte paura mantello strappato dalla spada custode del Santo Sepolcro Karbogha, un urlo in mezzo al
Saluto aggrappato ad un abbraccio e le mani, veloci, sulla valigia un cartone, ignaro e sorpreso, a chiudere il pane fra i libri Amico curioso a
Ho visto fiere rondini bruciare di passione volando basse e rapide ridendo piano e le ho viste, stanche e affrante posarsi sul mio balcone le ho
Quel che fa paura come i tasti estremi del pianoforte come le falangi delle dita quando la mano e magra, prima della morte Quel che fa paura come
Come faro a capire quel che sai di me? se non hai mai capito che sono pazzo di te E come potro ascoltare solo gli occhi tuoi? se non hai mai capito
Cannone spara fumo, un rimorso che stordisce sul passato che castiga nessuna pieta Sono stato io, carezza e cenere, un incendio delicato, spirale
Stella gigante sola, lontana dalle altre io sono qui sono cosi guardami bene indicarti col dito sono stupito dal bianco accecante che viene Maga
Mi sveglio stamattina con un male al teschio l'alito di un lama e la faccia distorta mi infilo i pantaloni sulle mutande sporche la casa e abbandonata